Quando l’astigmatismo è dovuto ad una causa comportamentale

Solitamente, una volta che l’astigmatismo senile si presenta, tende a peggiorare lentamente con il passare del tempo e l’esperienza ci dice che spesso, ogni 3-5 anni, è necessario aumentare il potere delle lenti.

In questo processo di cambiamento fisiologico assistiamo ad un appiattimento del meridiano verticale della cornea e contemporaneamente ad una variazione interna del cristallino, che è la lente naturale dell’occhio.

La combinazione del cambiamento di quelle che sono le due principali lenti dell’occhio e cioè la cornea ed il cristallino, comporta un aumento dell’astigmatismo senile contro regola.

Cosa succede quando peggiora l’astigmatismo: astigmatismo senile

Quindi riassumendo: un soggetto sano, senza difetti visivi congeniti, presenta alla nascita ed in tenera età un piccolissimo astigmatismo fisiologico secondo regola, che tende a diminuire fino ad azzerarsi ed in seguito, in età matura, si trasforma in un astigmatismo contro regola che peggiora progressivamente e lentamente.

Passiamo ora a prendere in considerazione quelle situazioni dove è presente alla nascita un astigmatismo medio od elevato, quasi sempre secondo regola, raramente obliquo e quasi mai contro regola.

Gli astigmatismi medi ed elevati di solito sono molto stabili nel tempo e non cambiano facilmente né come potere né come asse.

Questo vale in particolar modo per il tipo secondo regola e parzialmente anche per quelli obliqui.

Quelli contro regola sono più soggetti a peggioramenti.

Cosa succede quando l’astigmatismo peggiora

Cambiamenti lievi, non previsti, diversi dalle aspettative

Alcuni cambiamenti dell’astigmatismo potrebbero risultare diversi dalle normali variazioni fisiologiche nell’arco della vita e quindi diventa necessario comprenderne il motivo.

Ecco i motivi che possono modificare l’astigmatismo corneale o totale:

Causa comportamentale, che ha a che fare con le abitudini, la postura e lo stile di vita del soggetto.

Causa conseguente a traumi, lesioni, infezioni o post intervento chirurgico.

Causa conseguente al manifestarsi delle fasi iniziali del cheratocono, patologia che colpisce la cornea durante l’adolescenza o giovane età.

Causa derivante dalla cataratta, che interessando il cristallino, ne modifica la sua curvatura generando un astigmatismo interno.

Causa derivante dalla sindrome da occhio secco che interessando la cornea tende a modificarla in modo irregolare (la zona inferiore risulta meno lubrificata).

Causa derivante dall’abitudine a strizzare continuamente gli occhi esercitando una pressione sulla cornea attraverso le palpebre cercando di vedere meglio.

Causa derivante dall’uso o abuso di lenti a contatto, in particolare delle semirigide (in questo caso interrompendo l’uso l’astigmatismo scompare).

Quando l’astigmatismo è dovuto ad una causa comportamentale

La causa comportamentale rappresenta percentualmente uno dei motivi che più frequentemente rende manifesta o fa peggiorare un astigmatismo. L’astigmatismo viene influenzato dal comportamento in quanto è indotto dal continuo movimento di scansione degli occhi, non controbilanciati da movimenti contrapposti. Per esempio, lo studente muove gli occhi per leggere da sinistra verso destra e non esegue movimenti verticali per controbilanciare i primi: questo “eye scan” introduce a seguito di uno stress continuativo nel tempo una variazione anatomica nella curvatura della cornea con conseguente astigmatismo.

Un ripetuto movimento oculare da sinistra verso destra, per esempio, produrrà un cilindro negativo (cioè un astigmatismo miopico) con asse 180° e, se la persona tiene la testa inclinata su un lato, l’asse del cilindro assumerà una obliquità corrispondente. Un eccesso di scanning dal basso verso l’alto e viceversa, invece, produrrà una toricità con asse 90°.

Quando si verificano questi astigmatismi l’optometrista sensibile a questa problematica suggerisce un comportamento che contrasti questo peggioramento con un’azione contraria a quella che viene ripetuta troppo spesso dal soggetto tanto da apportare dei cambiamenti alla struttura della cornea. Parliamo quindi di esercizi di rieducazione visiva.

Una volta compreso il motivo della variazione, qualunque esso sia, si potrà decidere come procedere.